Libreria Sociale Pavlos Fyssas

April 8th, 2014

“Senza biblioteche non c’è paradiso”

Così dichiararono gli attivisti della Biblioteca Acampada Sol di Madrid, quando all’alba del 19 settembre 2011 furono sgomberati dal centro sociale Casablanca. Migliaia volumi, molti dei quali già catalogati, finirono in discarica grazie alla polizia. Ma “I libri sono contenitori di idee. Potete continuare a distruggerli però non potrete mai distruggere quello che i libri hanno fatto di noi”, spiegarono i militanti.

pavlos fyssas

Quello che sogniamo è creare, insieme a tutta la città, una libreria sociale. Non un semplice luogo dove sono depositati i libri, ma un progetto attraverso il quale sviluppare un altro modello di cultura, alternativo a quello imposto dalle etichette, dalle grandi casi editrici, dagli interessi personali di chi specula su manuali, libri di testo e dispense universitarie. Uno spazio fondato sulla condivisione, perché questo è quello che pratichiamo, ma soprattutto perché è quello che vogliamo al centro dei luoghi dove si produce cultura e informazione. Il progetto prenderà vita all’interno di uno spazio comune e liberato, Villa Roth Occupata, dove le nostre intelligenze, i nostri saperi, la nostra creatività, costantemente sviliti, frustrati e sfruttati dal produttivismo del sistema, saranno finalmente messi a valore in un’ottica collettiva che permetta la loro autentica espressione e affermazione.
Il progetto della Libreria Sociale punta a creare un luogo di condivisione reale in cui si possa studiare, leggere e guardare film insieme, condividere letture, affetti, saperi, presentazioni di libri, percorsi di scrittura, percorsi intellettuali e politici. La pratica del ri-uso caratterizzerà lo spazio, non solo per quanto riguarda la raccolta dei libri, ma anche per la costruzione della libreria. Casette della frutta, vecchi frigoriferi, pallet, tutto verrà riutilizzato e trasformato in librerie e scaffali.

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In una Libreria Sociale i libri non si comprano né si prestano, ma semplicemente si “incrociano”. Se si prende un libro dalla libreria sociale noi chiediamo in cambio semplicemente nuovi libri da mettere in circolazione. Chi prende un libro, non è obbligato a restituirlo, ma è nello spirito della libreria sociale riportare i libri, una volta letti, per rimetterli in circolo.
Immaginiamo che il momento dello scambio avvenga durante degli appuntamenti (un pomeriggio, una serata, una o più volte a settimana) in cui ci si incontra, si portano i libri, si spulcia fra quelli che ci sono già, ce li si scambia o semplicemente li si prende, portandone con gioia altrettanti durante l’appuntamento successivo. Si tratterà di momenti di socialità reale in cui si parla, si prende un caffè, si discute, si assiste a workshop e presentazioni di libri. La libreria sociale, per come la immaginiamo, non sarà una semplice stanza dove sono depositati dei libri, ma un luogo vivo, vissuto, attraversato sempre da nuove soggettività e nuovi saperi.

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Per questo chiediamo alla città, alle compagne, ai compagni, alle case editrici, al quartiere di aiutarci a costruire un vero e proprio polo della condivisione del sapere. Raccogliamo i libri, cataloghiamoli, leggiamoli, discutiamone, scambiamoceli. Autorganizziamo un nuovo modo di fare cultura, di renderla un bisogno collettivo e diffuso e di soddisfarlo attraverso una pratica in cui crediamo e investiamo molto: quella della collettivizzazione.

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